Come cogliere i SEGNALI della VIOLENZA
Affinare la capacità di cogliere i segnali della VIOLENZA, serve ad intervenire prima che accada il peggio.
Purtroppo NON sempre è facile appurare l'instaurarsi della violenza: il suo "crescendo" varia a seconda delle intenzioni di chi la attua, e a volte si aggrava "grazie" alla complicità della vittima che per sistema di DIFESA tenda a NEGARE il problema difendendo il proprio abusante. O, peggio, a mantenere il "segreto".
La VIOLENZA trova terreno fertile nelle coppie in cui manca l'affettività e spesso ricade NON solo sul partner "debole" ma anche sui figli. Ecco perché fare prevenzione nelle scuole per sensibilizzare i giovani sul problema, è un modo di contrastare il MALE che affligge molte vittime silenziose.
Quali sono i segnali?
Da una riunione dei medici dell'ospedale All'Angelo di Mestre si evince che:
"Quando si subisce violenza il cervello cambia struttura. Vi è un ritiro della massa cerebrale e, laddove si crea un vuoto, il cervello NON si riforma; ossia NON ritorna allo stato originario.
Si altera quindi la capacità di reagire normalmente a situazioni ambientali quotidiane.
La VIOLENZA è prima di tutto un problema di SALUTE.
Alcuni tra i segnali indicatori, che una persona è vittima di violenza sono da considerarsi i seguenti:
- Disturbi della memoria
- Disturbi delle emozioni
- Disturbi della comunicazione
- Altissima soglia di stress
- Cardiopatie
- Ritardo della crescita
- Caduta scolastica
- Gravi problemi dentari
- Paura immotivata
- Senso di pericolo
- Instabilità
Importante ricordare che...
La VIOLENZA non va MAI giustificata
Le persone a rischio più alto di abusi, sono quelle che hanno un eccessiva capacità di sopportazione e di adattamento, o che sono portatrici di eccessi di generosità e di altruismo.
Conoscere e sapere che la VIOLENZA prima che fisica è PSICOLOGICA, è DIRITTO e DOVERE di ogni persona. Ogni vittima, per riconoscersi tale, deve:
- CAPIRE la propria posizione, SAPERE cosa sta vivendo, e CONOSCERE quali sono i propri diritti civili e umani.
Articolo di: Noà Visentin